Scalare nella storia: la Via Bonatti sulla parete nord del Cervino di Damien Tomasi
Pubblicato il 07/12/2021
Per circa quindici anni, dal 1950 al 1965, Walter Bonatti è stato sicuramente il miglior alpinista del mondo.
15 anni durante i quali ha aperto, da solo o in cordata, alcune delle più belle vie delle Alpi, ha fatto la prima salita di grandi vette in Himalaya e nelle Ande e ha partecipato (non senza problemi!) alla prima salita del K2.
Una carriera incredibile che decise di concludere nel 1965 con eleganza e stile.
Il 1965 è l'anno del centenario della prima salita del Cervino ed è su questa montagna che Bonatti ha scelto di salutare il Grande Alpinismo.
A febbraio, per 4 giorni, ha tracciato lì una nuova via, proprio al centro della parete nord.
Al suo ritorno a Zermatt, è stato intervistato da un giornalista di Radio Télévision Suisse. Un'intervista geniale dove, anche dopo 5 bivacchi, la classe e il carisma del grande Walter irrompevano sullo schermo.
A fine ottobre 2021, con Aurelien Vaissière e Fanny Schmutz, tornavamo dal Nepal dove avevamo provato a scalare il pilastro nord di Chamlang.
Delusi ma acclimatati, abbiamo approfittato di una bella giornata autunnale per salire questa via leggendaria.
Oggi siamo molto distanti dall'approccio di Bonatti. Anche se la via da lui tracciata rimane una grande corsa, è percorsa molto spesso quando è ricoperta di ghiaccio... Condizioni che consentono una scalata giocosa, piacevole e sicuramente più veloce.
Nelle foto d'epoca si vede chiaramente la parete nera del Cervino, quasi priva di ghiaccio: durante l'apertura, Bonatti ha dovuto scegliere condizioni più asciutte per potersi "assicurare" e piantare qualche chiodo nella roccia marcia della parete nord.
Dopo la nostra salita, mentre scendevamo tranquillamente a Füri, dove le rocce e la neve lasciavano il posto alla vegetazione, ho cercato di immaginarmi in questa via, da solo, con l'attrezzatura del 1965... ho provato a immaginare la complessità di assicurarsi, da solo, nella "traversata degli angeli", per orientarmi in questo muro austero... Poi la mia mente vagava e, per associazione di idee, mi immaginavo a Les Drus nel 1955 e infine al K2, senza ossigeno a più di 8000 m, cercando la tenda dei miei compagni.
Poi sono tornato con i piedi per terra, sul sentiero pacifico che mi ha riportato alla civiltà e ad un buon rösti!
Un rösti gustato davanti all'austera parete nord del Cervino, dove uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi aveva deciso di inchinarsi…”
Articolo e fotografie di Damien Tomasi.
Altre foto: Lorenzo Belfrond per Grivel e archivio Grivel.
Video: RTS.
Prodotti preferiti Grivel: Dark Machine X, G20 Plus e Duetto helmet.