Spedizioni ai tempi del COVID di Giampaolo Corona
Pubblicato il 19/05/2021
La mia quindicesima spedizione alpinistica tra Himalaya, Karakoram e Hindu Kush anche se preferisco chiamarle viaggi, esperienze di vita.
Questa volta meta Ama Dablam (6820 m) da scalare da solo fast&light.
La preparazione sia fisica che mentale ormai rodata, lo studio della montagna, la pianificazione del viaggio, materiale, i voli aerei ecc.. Routine per me. Prima del COVID19.
Ora tutto è più complicato.
La situazione globale è in continuo cambiamento, ho studiato la scheda Paese (Nepal), fatto aggiornamenti continui, confermato i voli internazionali, test PCR prima del volo, sono anche vaccinato. Sembrava tutto tranquillo. Il Nepal quando son partito aveva anche tolto l’obbligo di quarantena e aperto le attività (ristoranti, negozi, e via libera a trekking e spedizioni).
Viaggio di andata tutto regolare (era il 9 aprile). Permanenza a KTM, volo interno per Lukla, trekking nella Valle del Khumbu. Sono solo ma mi sento tranquillo, in sintonia con il Paese, la gente e le montagne.
Prima scalo il Lobuche Peak Est (6119 m) veloce. 6 ore andata e ritorno partendo dal villaggio di Lobuche. Lo stesso giorno vado a Dingboche e il successivo raggiungo il campo base di Ama Dablam a 4600 m di quota. Studio la montagna e faccio delle rotazioni di acclimatazione piazzando una tendina a 5800 m.
Tempo variabile ma non attendo troppi giorni così il 29 parto dal BC e raggiungo la mia tendina. Riposo qualche ora e la notte parto. Saltato C2 e C3 in circa 8 ore raggiungo la Cima. Meteo in peggioramento, inizia a nevicare, la discesa più lenta del previsto causa 40 cm di neve nuova comunque alle 18 raggiungo la mia tendina a 5800 m, l’idea di smontarla e proseguire per il BC mi attira ma poi la ragione ha la meglio. Troppo pericoloso con la neve fresca e il buio. E comincio a sentire la stanchezza.
Così mi infilo nel sacco a pelo e la mattina successiva in un paio d’ore raggiungo il BC in sicurezza.
Il mio volo di ritorno era il 10 maggio e provo ad anticiparlo ma la Compagnia aerea aveva cancellato tutti i voli per l’Italia fino al 10.
"Va bene" - penso - "starò qui, andrò in giro a piedi a veder posti nuovi".
Non avevo idea di cosa sarebbe successo.
Inizio il trekking di ritorno il 4 maggio con l’idea di fermarmi a Lukla qualche giorno, visto che mi è arrivata notizia che a KTM c’è il lockdown.
Escalation di news. Voli interni sospesi. Il 5 maggio il Governo nepalese sospende tutti i voli internazionali fino al 14. Grazie al mio agente voli trovo il volo per il 15 maggio.
A Lukla arrivo il 5 aprile e passo le giornate facendo dei lunghi giri di trail running, trovo i negozi e i lodge aperti. "Meglio qui che a KTM "penso.
Il giorno 11 dato che il meteo è in peggioramento e che sono ripresi i voli di sola andata Lukla-KTM, prendo un volo interno e raggiungo KTM in pieno lockdown.
Dobbiamo restare in albergo. Solo i negozi alimentari restano aperti dalle 7 alle 9 AM. Farmacie H24. Vige il divieto di spostamenti, se non autorizzati. Avrei dovuto passare qualche giorno in attesa del mio volo di ritorno, previsto per il 15 maggio.
La sera mi arriva la notizia che il mio volo Ethiad è stato cancellato (gli Emirati hanno cancellato i voli da Nepal, Pakistan, Bangladesh). Il mio agente voli me ne trova un altro per lo stesso giorno. Tiro il fiato. Meglio tornare a casa. La situazione COVID19 è in veloce peggioramento qui con molti casi positivi nella città e anche nei campi base. Nella confinante India la situazione è drammatica.
La stessa sera arriva il comunicato della Civil Aviation of Nepal. Voli internazionali cancellati fino al 31 di maggio... Che batosta!
Cosa fare?
In albergo ci sono diversi alpinisti e trekkers di ritorno dalle montagne. Parlo con loro. La cosa migliore è contattare le rispettive Ambasciate per la possibilità di un volo charter in un aeroporto fuori dal Nepal.
Ci sono molti alpinisti e trekkers che i giorni prossimi raggiungeranno KTM per poi tornare nei rispettivi Paesi. Come fanno a tenerci qui tutti fino al 31 maggio?
Le giornate scorrono lente, dalle 7 alle 9 AM possiamo uscire altrimenti in hotel. Esco solo per comprare un po’ di frutta del resto non è sicuro star fuori per rischio contagio. Strade deserte, tutti con mascherina, c’è paura.
Le notizie di possibili voli per rimpatriare i turisti si susseguono, tutti vogliono tornare a casa.
Ho scoperto che c’è una palestra in albergo con i rulli per correre ( tapis roulant) così un paio di ore al giorno le passo lì.
Ormai ho perso il conto di quanti Test PCR ho fatto, vengono gli infermieri in albergo a farcelo.
Meglio così siamo monitorati.
Attendo novità dall’ Ambasciata per capire quando potrò prendere un volo e tornare finalmente a casa.
Giampaolo Corona, è guida alpina, tecnico di soccorso in elicottero e alpinista. Ha completato 15 spedizioni fuori dall'Europa, salendo 98000 m in Nepal, Pakistan e India. Prodotti preferiti Grivel: Piccozza Air Tech Evo, Ramponi G12.