L'arte del sogno di Alessandro Zeni

Pubblicato il 09/10/2019

La verità è che siamo tutti sognatori nati, siamo spinti verso nuove esperienze, nuovi obiettivi da raggiungere, nella continua ricerca di noi stessi.

Alla nascita abbiamo tutti questa forza interiore. Qualcuno dimentica di averlo e lo lascia indebolire nella monotonia di giorni che sono sempre gli stessi, mentre per altri è una sete insaziabile, un desiderio profondo che accompagna ogni minuto e ogni momento della propria esistenza.

Sono nato nelle Dolomiti ai piedi delle Pale di San Martino da padre scultore e madre pittore. Fin da piccolo, immaginavo di poter essere anche un artista ... I miei occhi da bambino rimasero totalmente incantati nel vedere le gesta e le abilità di mio padre che modellavano il legno con lo scalpello creando figure sempre più nuove. Un capriolo, un'aquila, un piccolo gnomo, una madonna, un alpinista ... Art.

Questa è sempre stata la parola d'ordine nella nostra famiglia, una sorta di mantra che mi ha spinto a sognare e pensare che nella vita volevo creare qualcosa di nuovo, qualcosa di mio, una scultura così bella da stupire e regalare emozioni a chi guardava a esso.
Ma come spesso accade, ho presto capito che il dono innato per la scultura, quella chiamata profonda, non mi apparteneva.

Pertanto, i miei occhi caddero sulla terra, sconfitti, cercando di capire come fosse possibile che non ci fosse quella scintilla in me; eppure una fiamma continuava a bruciare dentro di me, la sentivo, ne ero certa.
Passarono i giorni e poi anni seguirono un percorso che mi avrebbe visto diventare un futuro geometra. No, non sono stato io, non era quello che volevo fare. Ho amato troppa natura e vita all'aria aperta ... Un giorno ho guardato in alto e ho visto le montagne. Enormi vette che salivano sopra la mia testa, pietre semplici per alcuni, ma agli occhi di mio figlio apparivano come enormi dipinti da dipingere. Ho scoperto l'arrampicata.

Tutto è iniziato quando, un giorno, io e mio padre siamo andati al negozio di articoli sportivi di uno dei suoi cugini, dove sono riuscito a procurarmi un paio di vecchie scarpe da arrampicata Mariacher che erano ormai inutili. Per me quelle scarpe erano lo scalpello perfetto per iniziare a scolpire il mio lavoro, erano diventate il mio intero mondo e anche quando erano completamente logore e il pollice sporgeva dalla punta continuavo a salire con loro. Ho passato anni a perfezionarmi, alla ricerca del gesto perfetto ogni giorno.

Ero consapevole che non avrei mai potuto creare la mia scultura più bella senza aver prima perfezionato la mia tecnica e imparato quell'arte che sembrava quasi una danza verticale. Tutto mi è venuto in modo naturale, ho adorato quel girovagare nell'aria, sentire il vuoto sotto di me, mentre ascoltavo le sensazioni del mio corpo. Ho scoperto di possedere una sorta di talento e quasi senza accorgermene sono migliorato molto rapidamente.

Così in breve tempo la mia piccola valle divenne troppo stretta, conobbi Riccardo Scarian e con lui iniziai a viaggiare. Trascorrere giorni con lui sul muro è stato come trovarmi in Val Gardena in un'officina di un maestro scultore per imparare quell'arte elegante di arrampicarsi verso l'alto. Il suo consiglio ha affinato le mie imprese e i nuovi stimoli di poter arrampicarmi su muri mai visti prima mi hanno permesso di migliorarmi e di conoscermi sempre meglio. Da lui ho imparato la bellezza dell'arrampicata su lastre, un lento avanzamento, una ricerca interiore che ha richiesto forza, pazienza, equilibrio e sensibilità delle dita. Sono stato subito intrappolato ed è diventato il mio parco giochi preferito.

Pensando all'arte, forse potresti confrontare l'arrampicata in lastre al realismo, in cui ogni tratto, ogni singolo colore viene scelto con cura. In un quadro realistico non ci sono sbavature, ogni dettaglio è stato pensato e rifinito con pazienza e per quel tipo di arrampicata tanto impegnativa quanto armoniosa.

Passarono gli anni e il mio insegnante divenne un grande amico. I viaggi si susseguirono e l'arrampicata divenne per me una fonte di vita.

Nell'arrampicata ho trovato la mia arte, quel viaggio continuo ha cambiato i miei occhi e il mio modo di vedere attraverso la roccia. Così è arrivato il giorno che stavo aspettando, il giorno in cui avrei potuto finalmente creare la mia scultura ... Poi più che mai ho sentito il bisogno di mettere tutto ciò che avevo imparato a usare. Per trovare la mia linea perfetta, inchiodala e poi un giorno liberala. Ma per fare questo avevo bisogno di una tela su cui dipingere questo sogno.
No, la difficoltà non sarebbe stata sufficiente, doveva essere in un bel posto, un posto speciale per me. Vicino a casa e questo, nonostante le difficoltà, mi ha fatto venire voglia di tornare ogni volta.
Dopo aver scalato pareti alte centinaia di metri nel corso degli anni, la mia tela è stata trovata solo in una parete remota della Val Canali, alta poco più di 20 metri. Sì, la mia scultura non sarebbe stata enorme o su una parete molto famosa, ma su una piccola nascosta in un posto bellissimo, lontano e solitario, che mi ha fatto sentire a casa.

Così ho inchiodato il percorso e l'ho chiamato "Energia Cosmica". In questa linea ho trovato tutto quello che cercavo e quando, in una bella giornata autunnale, l'ho scalata e ho realizzato che dentro quella pietra c'erano anni di sogni, speranze, viaggi e nuove amicizie. Dodici anni di arrampicata concentrati in 52 movimenti, la mia scultura, la lastra perfetta nel posto perfetto.

Credo che ci sia una forma d'arte in ognuno di noi. A volte pensiamo di non averlo, che alla nascita non ci è stato dato alcun talento ma forse stiamo solo guardando nella direzione sbagliata. Guardiamo in alto, guardiamo altrove, forse si nasconde solo in altre forme. Non si tratta di scolpire l'opera più bella, né di arrampicarsi sul muro più difficile del mondo; è semplicemente l'arte di sognare.

Articolo e immagini di Alessandro Zeni, agosto 2019.

 

Alessandro Zeni, nato nel 1991 a Feltre (Italia), fa parte del team Grivel da 5 anni. Pratica alpinismo, arrampicata e arrampicata sportiva fino a 9a +, chiodando nuove vie alle falesie, bouldering.
Prodotti preferiti di Grivel: zaino Zen 35, imbracatura Trend, casco Stealth.